Ci ha fatti spiare tutti: l’ultimo regalo di Monti.


as: Lo sapevamo. Quante volte l’ho detto e scritto, tutto viene passato al setaccio,  farlo ogni giorno è un lavoro, oggi, e la realtà lo conferma. 
L’ultimo regalo da presidente del Consiglio dell’uomo della Trilaterale è stato un decreto, senza legittimazione parlamentare (il governo era dimissionario), che conferisce ai servizi segreti la facoltà di avere accesso a tutte le banche dati, per incrociare le informazioni sui cittadini nei settori nevralgici dell’energia, dei trasporti, della salute, del credito bancario e delle telecomunicazioni. Hanno già firmato Telecom, Finmeccanica, Agenzia delle Entrate, Enel, Eni, Alitalia,Ferrovie dello Stato, Poste italiane. Grazie a questo decreto, senza autorizzazione della magistratura, i servizi possono avere accesso ai metadati tracciati dai gestori delle comunicazioni, degli internet service provider, degli aeroporti, delle dighe, dei servizi energetici e dei trasporti, per non meglio specificate finalità di sicurezza. Possono farlo legalmente.

I servizi hanno in teoria direttive chiare e una precisa catena di comando. Dovrebbero poi, a norma di legge, relazionare al Copasir. Ma il Copasir non ha alcun potere, se non quello di chiedere: “e’ vero che avete spiato tizio e caio?”. “No, non è vero”: fine della storia. Impossibile chiedere la produzione di un documento qualunque, se di quel documento non è nota l’esistenza. E dal caso Tavaroli a Snowden, qualcuno ha ancora il coraggio di credere che le leggi, senza la possibilità effettiva di esercitare un controllo, siano puntualmente rispettate? Parliamo poi di un Paese, il nostro, che a differenza della Germania (dove l’ambasciatore Usa viene convocato d’urgenza perché riferisca a Obama che essere spiati non è bello) si ritrova ad essere rappresentato da un Enrico Letta che passa più tempo a Washington che a Roma.


Forse per questo si è limitato timidamente, e suo malgrado, ad “associarsi” all’iniziativa di forte protesta franco-tedesca. Ci “associamo” alle proteste altrui giusto per salvare la faccia, ma la realtà è che non avendo quasi più niente da difendere, né in termini di ricchezza industriale né di sovranità, la nostra protesta è solo formale. Da noi non c’è più niente da spiare: sanno già tutto e hanno già tutto. E per essere sicuri di non poterci tenere neppure il più piccolo cecio in bocca, abbiamo appena regalato Telecom e tutte le infrastrutture di rete agli spagnoli. Cose che in qualunque altro posto del mondo sarebbero vagamente strategiche, ma non si sa mai che a qualcuno di noi possa pungere vaghezza di mandare un’email e pretendere pure che resti riservata. Esagerati! Quattro chiacchiere sul punto con Fulvio Sarzana, avvocato esperto dei temi legati alla rete, in questo video.


Pubblicato 26 ottobre 2013 

 

 

 

 

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