C’entra qualcosa la VAGINA coi PROFUMI?

lavaggio_cervelloHo visto gente firmare moduli per farsi rifilare carte di credito pur di ottenere “lo sconto” che poi sconto non era. Si trattava, invece, solo di un vile e meschino artificio per fottere i quei pochi risparmi. Ma non è finita…

Bloccare l’audio del tv o della radio o di internet quando va in onda la pubblicità, aiuta a far respirare il cervello. La pubblicità, infatti, non ha NULLA a che vedere con la vendita di prodotti!

NON CREDIATE A QUESTA IDIOZIA! Serve ad imprimere nelle vostre mente due cose: UNO, instilla un costante senso di frustrazione. E Due, crea i modelli di riferimento a cui doversi attenere, pena l’esclusione e l’emarginazione ed il “compatimento” di chi ci frequenta, tipo: “Poveraccio/a, nemmeno ha potuto permettersi quel prodotto lì”. Vedete, sebbene vi crediate immuni da tutto ciò, vi sbagliate di grosso. Il senso di smania che è in grado di ingenerare nelle vostre menti (che funzionano tutte secondo gli stessi schemi – elemento assai noto agli psicologi che letteralmente costruiscono gli spot pubblicitari da zero) è pernicioso e profondo. Pensate agli oggetti di cui disponete in questo momento attorno a voi. Prendiamo i ad esempio i telefonini. Non avete quello all’ultimo grido? Allora davanti ad amici ed amiche, sarete portati/e a dire: “Posseggo questo perché a me i modelli nuovi non piacciono”. Falso! Mentite ben sapendo di mentire. Lo fate tutti/e. E dentro di voi, in un piano profondo, una vocina vi suggerisce che quel telefono fa schifo e che dovete assolutamente sostituirlo con uno nuovo. E allora? Vi recate su internet, o al negozio, alla ricerca di un modello che possa soddisfare le vostre esigenze. Appena lo trovate, notate pure che è di “fascia media”. Quindi ne serve uno migliore, più performante, più costoso e più invidiato dalle altre persone, sebbene solo un misero 2% della popolazione sia in grado di dare fondo a tutte le specifiche tecniche raccolte in un cellulare di ultima generazione. Siamo onesti, la maggior parte lo usa per telefonare, scattare fotografie e giocare. E siccome la fascia “di moda” ha un costo esorbitante, ecco che la commessa vi ficca sotto al naso l’offerta. Offerta un piffero! È una fregatura. Una fregatura che vi obbligherà ad azionare un piano attraverso il quale poter accedere al vostro telefono costosissimo attraverso un finanziamento. Se poi lo azionerete con carta di credito dovrete anticipare un centone, altrimenti, se lo azionaste col conto corrente due centoni. Ecco che attraverso il lavaggio del cervello per piani definiti, si esce dal negozio con un telefono da mostrare a chi non lo possiede. Ma alla fine dei conti, tu sciocco/a salariato/a lo userai solamente per le stesse identiche operazioni che facevi svolgere a quello che hai rottamato e che andava benissimo. Ma hai dovuto cedere alla smania instillata dalla pubblicità. Hai agito così perché è stata la pubblicità ad influire sulla leva dei tuoi desideri per appagare il tuo spirito, quello reso avvilito sempre dalla pubblicità, la quale punta solo su questo aspetto misero del tuo essere. Ciò che le tasche non possono acquistare, nel mondo di oggi, è diventata una molla a gettare denaro in cretinate inutili. E vale lo stesso per la lavatrice, il tostapane, le vacanze, il materasso, il televisore… non ho mai visto un essere umano uscire da un negozio dicendo: “Ho acquistato il peggio della gamma”. Mai! Semmai ho visto disperati farsi felici perché qualcuno gli ha regalato un fero vecchio. Ma mai uno che abbia speso soldi per il tacco di gamma, per l’albergo peggiore solo perché costasse poco. Ho visto pure gente firmare moduli per farsi rifilare carte di credito pur di ottenere “lo sconto” che poi sconto non era. Si trattava, invece, solo di un vile e meschino artificio per fottere i quei pochi risparmi. Ma non è finita!

La pubblicità ha anche un’altra funzione: tartassa la mente con le musichette che poi riascoltiamo, nostro malgrado, nella testa anche quando siamo in totale silenzio. E ciò sottrare concentrazione e fa impazzire. Anche se convinti/e di stare in pace col mondo, quel frammento musicale si ripete decine e decine di volte e non ti lascia mai solo. Colpisce i tuoi sensi, il tuo cervello e lo fa con una tale violenza che il cervello si sfibra nella speranza, vana, di liberarsi di quel ritornello. A cosa serva tutto questo, è presto detto: il cervello, lo sanno tutti, lavora anche quando dormiamo. Per sua natura, esso produce pensieri senza sosta sin dalla più tenera età. Bombardarlo con violenza attraverso immagini, formule di vendita, ritornelli da marketing, fa sì che esso sia impedito nella funzione primigenia e cada in crisi. Cadevi, ci cadiamo pure noi stessi. E, siccome il cervello ha ben presente che “quella musichetta” corrisponda a “quel prodotto”, involontariamente, sorge in noi la voglia di acquistarlo POICHE’, a livello inconscio, sappiamo che l’unico sistema per spegnere quel tormento musicale che ci tortura è acquistare quel prodotto.

Lo sfruttamento del corpo delle donne? dei bambini? delle bambine? dei luoghi naturali? Eccetera eccetera… tutte sciocchezze create ad hoc per dirigere la critica sana altrove, lontano dall’oggetto incriminato: la violenza cerebrale a cui sono sottoposti i cervelli di milioni e milioni di soggetti.

Se crediate ancora che le mie siano fandonie, ebbene, sono spiacente per voi. La tecnica pubblicitaria è così e funziona esattamente così. Chi lo nega, appartiene a quel popolo di veri buoi di cui le multinazionali (che si possono permettere d’investire somme mostruose per chiamare a raccolta fior fior di scienziati della mente per la creazione di modelli pubblicitari) non possono fare a meno.

Andrea Signini

Fonte

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.