Basta e avanza la frutta oppure no? …..

4.-Nespolo-del-Giappone

La frutta basta e avanza, ma occorre allargare i nostri orizzonti ….

La frutta basta e avanza nella nostra dieta? Direi proprio di sì. Si può non solo sopravvivere ma anche stare in splendida forma con la sola frutta, ricordando che molti vegetali da noi catalogati come verdura sono essi stessi dei frutti non dolci, tipo zucchine e cetrioli, peperoni e melanzane, pomodori e carciofi, finocchi e zucche.

E’ tutta una questione di abitudine e di disponibilità della materia prima. Esistono 160 mila varietà di piante eduli messeci a disposizione dal nostro ultra-generoso Creatore.

Mangiare solo mele da mattina a sera non è per niente cosa da farsi, se non per una cura particolare e transitoria.

L’importante è ampliare i nostri orizzonti e stare il più possibile sul crudo.

 

Il Vangelo degli Esseni contiene verità strabilianti sul crudo e sul cotto

Il Vangelo degli Esseni, venuto alla luce in questi anni, è ricco di verità e di informazioni strabilianti. Si parlava già allora, in epoca pre-cristiana e cristiana, di crudismo e dei danni causati dal cotto.

L’unico problema con la frutta è di non fare mescole malandrine coi cibi cotti e con quelli proteici.

Mela, ananas e papaia possono essere mangiati anche in vicinanza e mescolanza con altri cibi, dati i loro enzimi anti-fermentanti. Attenzione invece a meloni e angurie da consumarsi rigorosamente da soli, evitando persino le macedonie.

 

Nessuna carenza e nessuna dannosità da parte del nostro cibo elettivo

L’altro problema riguarda l’apporto calorico ridotto della frutta, per cui occorre mangiarne in quantità non esagerata ma adeguata.

Siamo mangiatori di frutta per concezione e disegno, per cui è impossibile che il nostro cibo di elezione ci faccia male, o non ci nutra, o ci causi delle carenze. Quelle sono tutte cialtronate da due soldi.

 

I 12 pasti sazianti di frutta del Paleozoico

Ricordarsi inoltre che la magnifica e preziosa frutta acquosa, escluso quella secca e proteica tipo noci e pinoli, ha la caratteristica di essere cibo a veloce combustione. Scalda e dà calorie, oltre che ripulire nel contempo, ma brucia veloce. Se consumato in modo corretto, cioè a stomaco vuoto, ti entra nel sangue in mezz’ora ed anche meno (la banana richede triplo tempo). Ed è per quello che i nostri antenati del paleozoico viaggiavano al ritmo di 12 pasti sazianti di frutta al giorno, cioè una razione all’ora (come stabilito dalle ricerche scientifiche al carbonio radioattivo effettuate nei siti delle tribù antiche, da parte del dr Boyd Eaton, maggiore esperto mondiale di scienza nutrizionale paleozoica).

 

Una natura lussureggiante ed incontaminata

L’uomo di allora aveva però a sua disposizione una natura incontaminata, con centinaia di bacche e di frutti che gli pendevano dai cespugli lungo i sentieri boschivi, con banane, manghi, corbezzoli e noci di cocco e chissà quali altre delizie profumate e multicolori, che lo invitavano a cibarsi in continuazione da mattino a sera, in tutti i mesi dell’anno. Gli bastava aggiungere qualche vegetale e qualche seme, e viveva al meglio per tutto il suo tempo, senza bisogno del medico o dell’ospedale. Non a caso viveva preferibilmente lungo la fascia equatoriale-tropicale-subtropicale, dove il clima offriva il massimo.

 

La situazione ambientale è chiaramente molto cambiata

Oggi la situazione è di sicuro cambiata. Abitiamo nel Congo, ma anche a Roma, a Berlino, a Mosca e a Stoccolma, abitiamo a Singapore, Shanghai, Tokyo e Vladivostok. In più abbiamo professioni, impegni di lavoro, rapporti sociali che ci impediscono sia di mangiare 12 volte al giorno che di recarci ai servizi igienici con la medesima frequenza.

 

Il five-per-day va interpretato e adattato secondo le nostre esigenze personali

L’esperimento epocale di Cambridge2000 coinvolse decine di migliaia di persone e durò 20 anni. Chi mangiava frutta 5 volte al giorno e verdura cruda a pranzo e cena, rigorosamente senza nessun integratore, nessuna vitamina sintetica e nessun farmaco, schivava ogni malattia. Chi mangiava proteine animali e cibi cotti si ritrovava prima o poi ricoverato nei reparti di cardiologia o in quelli di oncologia.

Il 5-volte-al-giorno-frutta di Cambridge serve a soddisfare appieno, a mio avviso, le particolari esigenze della salute umana nel mondo di oggi. Quel five-per-day possiamo e dobbiamo chiaramente interpretarlo ed adattarlo convenientemente nella nostra vita a seconda delle necessità ed attitudini individuali. Mai essere rigorosi ed inquadrati, ma capire piuttosto il principio e lo schema base, la motivazione scientifica ed etica che porta a queste scelte. Parliamo di uno schema ideale indicativo. Chi può farne 5 ne fa 5, chi ne fa 7 ne fa 7 e chi ne fa 4 sta sul 4, in tutti i sensi di qualità e quantità.

 

Tre di mattina, due al pomeriggio, con pranzo e cena leggeri, inseriti nel mezzo

Nel mio schema personale, volto a non stravolgere le nostre abitudini ed esigenze di ordine pratico, ho inserito 3 volte frutta di mattina e 2 volte di pomeriggio (lontano dai due pasti principali), trasformando pranzo e cena dalle abbuffate disordinate di un tempo in due occasioni ottime per le verdure crude e i germogli (che garantiscono ottimo apporto minerale diretto dalla terra) e ottime per un’integrazione calorica da carboidrati a lenta combustione (semicrudi per i più bravi e cotti per gli altri).

 

Uno schema semplice e facile da ricordare

Lo schema è anche facile da ricordare. Frutta alle 7, alle 9 e alle 11 (3 colazioni fruttariane), più alle 16 e alle 18 (2 merende fruttariane), verdure crude alternate al pranzo delle 13 e alla cena delle 19, dove la verdura è il primo piatto di esordio, condito con olio extravergine crudo e qualche goccia di limone o di aceto e qualche minima presa di sale grezzo, e dove il secondo consisterà di patate, zucca, cavoli, tegoline, fagioli, oppure di cereali, o al limite di pasta-pizza-pani-gnocchi-minestrone.

 

Piano coi carboidrati cotti

Chiaro che pasta, pizza e farinacei cotti sono da considerarsi ai limiti esterni della salubrità e quindi da prendersi con cautela e col bilancino, sempre preceduti dal piatto crudo. Vengono ammessi soprattutto per chi è in transizione verso qualcosa di meglio. Tutti i dolciumi sono rigorosamente banditi, salvo forse lo strudel di mele-pere-pinoli senza zucchero o il castagnaccio, o altri pezzi d’arte culinaria rustica dello stesso genere.

Chi vuole mettere su del peso, potrà togliere la colazione di frutta delle 9 e metterci al suo posto la crema di avena arricchita da germe di grano, semi di sesamo-lino-girasole-zucca-papavero.

 

Carboidrati a lenta, a media e a veloce combustione

I carboidrati naturali vanno suddivisi in vivi (crudi) o morti (cotti, lavorati), in zuccherini-acquosi a veloce combustione (tipo la frutta), in non zuccherini amidacei a media combustione (come patate, zucche, carote, cavoli), in solidi amidacei-proteici a lenta combustione (frutta secca nel guscio).

Più amidacei, proteici ed oleosi sono e più lenta è la combustione.

Nel caso di pasti aggregati, il fattore digeribilità impone di partire sempre coi cibi a veloce combustione (meloni, agrumi) e chiudere il pasto con quelli a lenta combustione (noci, pinoli e mandorle).

 

L’inconsistenza e la fuorvianza delle scuole basate sugli indici glicemici

I discorsi sul fattore IG o indice glicemico, sui quali si sono imbastite intere scuole e grandi filoni speculativi, con prodotti marchiati e venduti a prezzi esorbitanti, sono stati ampiamente smentiti dalle ricerche più attendibili. Chi mangia frutta e mangia crudo non ha problemi e non deve misurare nulla. Il diabete è lontano mille miglia. I problemi glicemici spettano a chi mangia cotto e mangia male, integrando con cibi e bevande dolcificati in modo innaturale.

 

Insulina ed inulina, ormoni presenti nei vegetali crudi, in particolare nel topinambur

Se qualcuno ha problemi pre-esistenti di diabete infantile o adulto, dovrà andare per gradi e riabituarsi piano piano alla frutta viva.

I vegetali contengono insulina vegetale e inulina, che è la cugina vicariante dell’insulina.

Una pianta ad alto tasso di inulina è ad esempio il topinambur e le varie radici tuberose eduli, tutte utilissime per i fruttariani.

La fluidità naturale del sangue che accompagna le diete vegane fa il resto, permettendo alle reazioni ormonali interne, incluso le emissioni pancreatiche di insulina interna, di fare il proprio lavoro con regolarità ed efficacia.

 

Nessun problema e tanta salute col veganesimo tendenzialmente crudista

Nessun problema calorico, diabetico e di sovrappeso con la dieta vegana.

Nessun problema di anemia o di sottopeso, a patto di rispettare l’equilibrio calorico.

Nessun problema di Omega3 o altre carenze inventate dalla diseducazione al potere, visto che gli acidi grassi polinsaturi stanno in percentuali logiche ed assimilabili un po’ dovunque nel crudo (come succede alle proteine vegetali), ed in particolare nel proteico amidaceo delle noci, delle mandorle, delle arachidi, dei lupini e dei pinoli, oltre che degli avocado.

Come dire non solo che la frutta basta e avanza, ma che anche la salute e la voglia di vivere in pace ed armonia con se stessi e col creato bastano e avanzano, col sistema di alimentazione uomo-commisurato e uomo-compatibile del veganesimo tendenzialmente crudista.

Fonte

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