Aprofittate del comunismo, che il consumismo sarà terribile

di Gianni Tirelli

Tutto ciò che, secondo il Liberismo, si frappone a destabilizzare e contrastare (in un modo o in un altro) le logiche dei suoi interessi particolari e privilegi, si identifica in un progetto eversivo e ideologico, di stampo Staliniano.
In verità, questa brutta razza di fascisti di ritorno, omette volutamente il fatto che la pappa pronta della libertà, servita loro su di un piatto d’argento, gli è stata consegnata “brevi mano” proprio da quelli che persistono (con l’intento di offendere e dividere ) a chiamare, “i comunisti.”

Una tale libertà, conquistata al prezzo di vite umane, privazioni e sacrifici è, nel tempo, degenerata in licenza sistematica, assunta, poi, a normale pratica relazionale.
La becera propaganda filo/fascista che il liberismo occidentale ha sbandierato in questi decenni a spauracchio contro pericolo comunista – e a causa del quale avremmo perso le nostre case e i nostri risparmi, la libertà, e ci avrebbero costretto a lavorare tutto il tempo per un salario scarso, senza avere alcuna voce contro il Sistema – è diventato realtà grazie al capital/liberismo.
Il Sistema Liberista Relativista, oggi, intende scardinare le logiche imperiture della convivenza civile, per dare corso a un progetto di distruzione e di schiavitù, che neppure la peggiore delle dittature, sarebbe mai stata in grado, nemmeno di immaginare.

Il liberismo, trasformista per definizione, è una metastasi sotterranea strisciante del nazional/socialismo che sotto le sembianze del “buon samaritano”, cela ad arte la sua natura mefistofelica.
Il Neoliberismo rampante (che subito dopo la seconda guerra mondiale – 60.00.000 di morti – esibiva con orgoglio la sua perversa natura), aveva allora ben compreso l’inopportunità e le difficoltà circostanziali relative alla messa in atto del suo piano di omologazione e di sfruttamento delle masse, nei modi e nei tempi caratteriali di un regime. Appariva così più sensato, proficuo, e meno impegnativo, sottomettere, asservire e manipolare gli individui, facendo leva sui loro lati peggiori, sulle loro debolezze, concedendo loro la soddisfazione/realizzazione di ogni più turpe desiderio, bisogno, vizio e perversione – costringendoli alla dipendenza e all’assuefazione, in virtù di un’opera di plagio mentale di massa, che si prefiggeva di scardinare ogni preesistente scala di valori, principio etico, e parametro di riferimento oggettivo, allo scopo di facilitare la commercializzazione e l’acquisto di ogni bene e bisogno prodotto dal Sistema, senza alcun ostacolo di natura morale, critica, e personale.
Tutto questo progetto di falsificazione e di contraffazione della realtà, è stato definito LIBERTA’. “L’uomo è libero – tuona il Sistema – ma ogni sua libertà dovrà essere pagata – se vorrà avvelenarsi noi gli procureremo i veleni – importante è che paghi – Se vorrà una casa, noi gli daremo una casa! E così una macchina, l’amante, il cellulare, il computer e la soddisfazione di ogni follia – ma il “prezzo” lo stabiliremo noi. Gli daremo la pornografia, il grande fratello, il calcio minuto per minuto, la violenza, l’arroganza e l’interazione mediatica, così da renderlo protagonista per quel porco, eroico e fatale minuto, che sancirà la sua schiavitù per il resto della sua vita. Lo cloneremo, lo manipoleremo, lo plasmeremo a nostro piacere. Ogni suo effimero bisogno sarà soddisfatto e così, ogni sua debolezza e dipendenza. Gli daremo la droga e se si lamenterà, lo colpevolizzeremo. Ma più di ogni altra cosa gli daremo un Dio, che, per brevità, abbiamo inteso chiamare, “televisore”.?La cosa importante e basilare è che consumi, ingurgiti e paghi! Dove trovare il denaro, con quali mezzi e modi, è affar suo!! Prostituzione, illegalità e crimine? Ben vengano! L’Impero, non esprime giudizi sui comportamenti altrui; é democratico, basta che non interferiscano con i suoi interessi!”
E così il trionfo della TV! Quel mostruoso soprammobile che tutti ci unisce, che tutti ci divide. Quella lurida scatola, falso Dio pagano, che parla a tutti nello stesso momento, vomitandoci addosso orrende tragedie, ma che poi, come una madre amorosa, ci avvolge sotto la sua calda ala e ci sussurra: ”Dormi amore mio, non avere paura, ci sono io vicino a te”.

E’ in questo modo che il Sistema ci disattiva, rendendoci innocui, all’interno di una società dove ogni singolo individuo è schedato, controllato e, di privato, non è rimasto nulla – un ibrido sterilizzato da ogni personalismo, e disinnescato da noi ogni imprevisto impulso rivoluzionario.
Questo é il vero volto del Liberismo, dalle mille facce e infinite personalità – più subdolo, più velenoso, più miserabile di qualsiasi totalitarismo.
Del resto, non è meno terrificante (se pur in forma diversa) del nazismo, anche se per certi versi, ancora più pericoloso e inquietante, sia per dimensioni, che per crudeltà. Non esistono anticorpi per contrastare la sua avanzata, ne punti nevralgici da colpire per ferirlo a morte, essendo noi stessi (tutti noi) parte integrante al Sistema.
La propaganda mediatica instillata di odio e di xenofobia contro il pericolo comunista, e praticata in forma becera e strumentale da quasi un ventennio, ha ribaltato la realtà storica, a tal punto che, oggi, una buona parte dei giovani (incolti, ignoranti e ignorati) si è convinta (contrariamente alla realtà) di una Italia e di una Europa oppresse, in passato, da un regime totalitario di sinistra. Una tale congettura (per logica deduzione) li ha costretti a ritenere il fascismo e il nazismo come le forze alleate di liberazione dal comunismo che avrebbe messo a ferro e fuoco i paesi dell’Europa occidentale. Questo eccezionale falso storico, pesa come un macigno sulla consapevolezza delle nuove e future generazioni a tal punto, che si è resa necessaria, la restaurazione di un inedito “Processo di Norimberga” giudicante tutta la Cricca dei mistificatori della storia d’Italia.

Io, poi, che ingenuamente, e per una sorta di spiccato individualismo, ho sempre rifiutato ogni etichetta ideologia e appartenenza politica, mi sono ritrovato, in questi ultimi anni, a fare i conti e a prendere consapevolezza di quel singolare, e fino allora, inedito fenomeno o meccanismo (di stampo relativista), che codifica ogni comportamento, discordante o contrario con il pensiero liberista, riconducibile alla visione massimalista dello stalinismo.
Da ragazzo qualsiasi, ho coltivato l’amore per la musica che, mia madre, eccellente pianista, mi aveva trasmesso, al pari degli inossidabili valori e principi etici, ancorati alle sue forti radici cristiane. Oltre alla Classica (Brahms, Chopin, Verdi, Rossini, Wagner, Claude Debussy, Beethoven Ciaikovski), ero totalmente affascinato e rapito dalle liriche di De André, di Giorgio Gaber e di Enzo Jannacci, ignaro del fatto che, una tale scelta musicale, avrebbe deciso, a priori, la mia futura formazione socio politica. Da allora
ho amplificato il mio punto di osservazione e, meraviglia delle meraviglie, ho riscoperto un paese disseminato di illustri comunisti e di persone comuni dai grandi ideali. Tutti personaggi di indiscusse capacità, prolifici, attivi e con un grande senso critico e artistico, riconosciuti e presi ad esempio dal resto del mondo e da gran parte degli italiani. Oggi, visto il livello di ignoranza e di servilismo espressi dall’ideologia liberista, è davvero un grande onore e un autentico privilegio, l’essere definito, “comunista”. Come potrebbe essere, diversamente se, per “comunista”, si intende non essere Servo!! Sono comunista come Moravia, Fabrizio De André, Gaber, Jannacci – comunista come Pasolini, Benigni, Biagi, Dario Fo, Aldo Moro, Gino Strada, Roberto Saviano, Falcone, Borsellino, Pertini e Don Milani – comunista come Milena Gabanelli, come i “Medici Senza Frontiere”, le associazioni ambientaliste, i comitati contro la privatizzazione dell’acqua e le centrali nucleari – comunista come la magistratura, il CSM – sono comunista perché aborro ogni guerra, ogni infamia, menzogna e ingiustizia – sono comunista come tutti coloro che lottano per i diritti violati e calpestati – per la qualità di una vita sostenibile, per la dignità dell’individuo, per la solidarietà e per il futuro dei loro figli.

Mio nonno paterno, Giovanni (del quale porto il nome), era un agricoltore benestante. La nonna Maria (la moglie), aveva sfornato ben tredici figli, molti dei quali, in seguito, si erano laureati. Nonostante il gravoso impegno motivato da quella famiglia numerosa, il nonno, nel giorno di sabato, ospitava nella sua casa e intorno al suo tavolo, poveri e mendicanti, rifocillandoli di un pasto caldo e di un buon bicchiere di vino rosso. Era un uomo buono e generoso, come i tanti di un tempo, e assolutamente imparziale e irreprensibile in fatto di doveri e di principi. Lui voleva e pretendeva le cose giuste e, da buon conservatore quale era, arricciava il naso di fronte ad ogni modernizzazione meccanica e progressista, che avvertiva dissonante e incompatibile con la sua realtà e antitetica alle ragioni del suo lavoro. Non era certo un uomo di sinistra, al contrario! Ciò che definiva la sua coscienza, era in relazione dei suoi valori morali, di un impianto etico connaturato e di uno spirito di carità cristiana caratteriale. Mio padre ereditò dal nonno Giovanni, la stessa passione per la terra e per la natura, e un grande senso di giustizia e solidarietà, ad eccezione della fede che, riteneva un ingombrante esercizio di falsificazione della realtà. Un sorprendente ateismo di destra, che oggi farebbe sussultare questa classe politica, industriale e confessionale, che nel cattolicesimo (assunto a paradiso fiscale dell’anima), intende lavare i panni sudici di una coscienza troppo ingombrante.
Oggi, seduti intorno a quel tavolo, un tempo inondato di sobrietà, di amore e di fratellanza (metafora di un passato illuminato) non ci sono più mendicanti e diseredati, ma puttane d’alto bordo, papponi, corruttori e maitresse, sterco di un liberismo tiranno e senza regole.

Oltrelacoltre

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