1798: John Robison e le prove di una cospirazione

cospirazione
di Ed. Classic Edition
Traduzione di Anticorpi.infoJohn Robison fu un eminente fisico, matematico e professore di filosofia presso l’Università di Edimburgo, Scozia. Collaborò con James Watt all’invenzione delle prime vetture a vapore, e inventò la sirena. I cosiddetti Illuminati tentarono di reclutarlo, ma rifiutò il loro invito.

E nel 1798 scrisse il celebre libro-denuncia: Le Prove di una Cospirazione contro le Religioni ed i Governi d’Europa nel quale identificò e descrisse le società segrete celate dietro il terrorismo della Rivoluzione Francese.
Di seguito proponiamo l’introduzione al classico di Robison, a cura dell’editore Classics Edition (Boston: Isole Occidentali, 1967).

Pochissime persone sono consapevoli del fatto che il tremendo dramma del Novecento – la lotta violenta tra capitalismo e comunismo, libertà e schiavitù – ebbe le proprie origini nel tardo Settecento. Tutti gli americani sanno che la Dichiarazione di Indipendenza fu scritta nel 1776. Pochi però sanno che la Ricchezza delle Nazioni di Adam Smith, libro che fornì le basi ideologiche per il capitalismo e la rivoluzione industriale, fu pubblicato anch’esso nel 1776. E pochissimi sanno che in quello stesso anno, il giorno Primo Maggio (oggi festeggiato come la ‘festa del lavoro’ – ndt) del 1776, Adam Weishaupt, professore di Diritto Canonico presso l’Università di Ingolstadt, Germania, fondò l’Ordine degli Illuminati, organizzazione cospirativa che incarnava tutti i principi, le finalità ed i metodi di ciò che oggi definiamo ‘Comunismo.’ In qualsiasi libro di Storia troverete ampi riferimenti al primo evento. In taluni libri di Storia troverete qualche riferimento al secondo evento. Ma in nessun libro di Storia troverete una virgola circa l’ultimo dei tre eventi citati. Come mai? Chiunque conosca la risposta a questa domanda conosce la Vera Storia, meglio degli storiografi di professione.

La memoria di questa cospirazione è stata tramandata fino a noi dal testo del prof. John Robison: Le Prove di una Cospirazione, pubblicato nel 1798, e dall’imponente studio in 4 volumi ad opera dell’abate Augustin Barruel: Memorie che Illustrano la Storia del Giacobinismo, pubblicato nel 1799, alcuni mesi dopo l’apparizione del libro di Robison. Stiamo parlando di un professore di filosofia presso l’Università di Edimburgo e di un pastore francese, i quali scrissero le rispettive opere in lingue diverse, e senza essersi mai conosciuti né parlati giunsero alle medesime conclusioni. Così, abbiamo a che fare con due eccellenti resoconti che cercano di metterci al corrente della più diabolica ed articolata cospirazione della storia conosciuta.

Mentre il lavoro di Barruel è più esteso, meglio documentato e forse più accurato dal punto di vista nozionistico, quello del professor Robison è un testo più teorico, sofisticato e riflessivo. Non che sia carente in fatto di documentazione, tuttavia la sua portata intellettuale trascende il semplice resoconto storiografico per sviluppare diversi concetti filosofici, morali e politici. Robison fu un acuto pensatore ed un saggio osservatore scientifico delle debolezze umane.

John Robison era uno spirito realmente illuminato, e nel suo bagaglio culturale convivevano armoniosamente pensiero scientifico e morale religiosa, equilibrio virtuoso che caratterizzò i fondatori del nostro paese e la crema dell’intellettualità inglese del XVIII secolo. Viaggiò molto sia nel Vecchio che nel Nuovo Mondo, e fu uno dei più eminenti maestri della dottrina allora nota come Filosofia Naturale. Nella sua vita ebbe modo di conoscere gran parte dei principali luminari in ogni campo accademico. James Watt – inventore della macchina a vapore – in occasione della morte di Robison (all’età di 66 anni) lo descrisse in questi termini: “l’uomo più lucido che abbia mai conosciuto.”
Robison fu inoltre membro della Royal Society, distinto circolo di intellettuali che portò molto lustro all’Università di Edimburgo, e del quale nel 1793 Robison fu eletto segretario generale.

In breve, John Robison fu uno dei più eminenti intellettuali del suo tempo, autorevole studioso di ogni aspetto della conquiste dell’uomo, sia in campo scientifico che morale.

La Rivoluzione Francese, con le sue atrocità, l’ateismo militante, il Regno del Terrore, la distruzione indiscriminata delle tradizioni e dei valori civili, ebbe luogo proprio negli anni della piena maturità di Robison, e produsse in lui un autentico shock. Sotto i suoi occhi sconvolti, la scienza, la razionalità e l’illuminazione furono strumentalizzati dalla rivoluzione per propugnare oltre a concetti quali “libertà, uguaglianza e fraternità”, l’uccisione – spesso per decapitazione – di numerosi geni della scienza ‘non-allineati’, ad esempio Antoine Lavoisier (“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma – ndt) molto noto e ammirato dai suoi colleghi inglesi.

Ogni uomo di cultura in Europa era ben consapevole del fatto che la Rivoluzione Francese fosse stata preceduta da un lungo periodo di intensa agitazione intellettuale, sfociato nella condanna senza appello delle fondamenta stesse della società civile. Furono diffuse idee e dottrine che predicavano l’abolizione di tutte le religioni, il rovesciamento di tutti i governi civili, la creazione di una utopistica cittadinanza mondiale, l’abolizione della proprietà privata. Queste idee sono facilmente riscontrabili nei libri ed opuscoli che all’epoca circolavano clandestinamente, poi giunti fino a noi. Ma il proscenio ideale per la libera espressione e diffusione di tali idee furono alcune logge massoniche le quali – nate sotto forma di centri di aggregazione della massoneria classica inglese – si trasformarono in forum dove venivano espresse opinioni sovversive circa la morale, la religione e la politica. Tale sviluppo della Massoneria ebbe inizio precisamente in Francia, ma in seguito fu adottato in molte altre logge europee, in particolare tedesche.

Poiché la Massoneria si occupa fondamentalmente di questioni filosofiche e mistiche, ogni loggia garantiva ai propri membri una protezione totale dall’autorità costituita in merito a qualsiasi concetto espresso tra le proprie mura. John Robison, ex massone egli stesso, ebbe a commentare che “tale garanzia di impunità progressivamente ha incoraggiato alcuni individui a diffondere una serie di dottrine dai principi sempre più licenziosi, audaci e contrari alla morale.”

E’ necessario specificare che la Massoneria in Inghilterra, in America ed altrove era storicamente, ed ancora oggi è, un’organizzazione di ben altra natura, i cui membri sono caratterizzati da elevati standard di moralità e spiritualità.

Ciò premesso, non sorprende che un uomo come Adam Weishaupt, ambizioso professore di notevole fama presso l’Università di Ingolstadt, fosse attratto dalle logge massoniche, in cui poté trovare segretezza, protezione, e diversi interlocutori. Weishaupt non era mosso da una mentalità militare, la quale punta a conquistare il mondo con grandi eserciti; né aveva la capacità di organizzare e guidare una banda di squallidi gangster. Weishaupt era un intellettuale, un professore universitario di diritto ossessionato dall’idea che le persone ‘superiori’ del suo calibro avessero dovuto prendere il comando della grezza umanità. Ciò lo indusse a progettare un ingegnoso veicolo che fosse capace di perpetuarsi per raggiungere un simile obiettivo; un ordine segreto la cui estrema esclusività avrebbe attratto tra le sue fila tutti gli altri individui ‘superiori.’ Lo chiamò Ordine degli Illuminati, e fece in modo che nascesse e si sviluppasse come una sorta di parassita all’interno della Massoneria.

Apparentemente lo scopo dell’Ordine era quello di perseguire la felicità della razza umana (eudemonismo, base dottrinale anche del Transumanesimo – ndt). L’idea era, citando testualmente Weishaupt, quella di

“… creare una durevole organizzazione composta delle persone più meritevoli, le quali siano tenute a collaborare per rimuovere gli ostacoli alla felicità umana, punire i malvagi, prestare soccorso a chiunque senza distinzioni, e attraverso mezzi sempre più potenti combattere il vizio e promuovere la virtù, alimentando nelle masse l’inclinazione alla rettitudine. Non sarebbe una tale associazione una vera benedizione, per il mondo?”

Per essere più espliciti, il principio intorno a cui l’Ordine degli Illuminati ruotò fin dalla sua creazione è quello per cui il fine (cioè la ‘felicità’ del genere umano) giustifichi i mezzi.

Che l’Ordine avesse lo scopo di abbracciare l’intero mondo risulta chiaro dalla stessa definizione di Weishaupt citata nel Grande Dizionario Larousse del 1873, secondo cui l’obiettivo fosse quello di:

“riunire per mezzo di un comune ed elevato interesse e di un legame duraturo, uomini di tutte le parti del globo, di tutte le classi sociali e di tutte le religioni, pur nella diversità delle loro opinioni e passioni, affinché collaborassero con amore verso il perseguimento di questo interesse comune, da soli o collettivamente, come se fossero un unico individuo.”

I membri dell’Ordine segreto erano tenuti ad una cieca obbedienza verso i rispettivi gradi gerarchici superiori, i quali costituivano anche la loro unica fonte di conoscenza in merito agli affari dell’organizzazione. Un brano del loro giuramento recitava così: “Io mi lego al silenzio perpetuo e ad incrollabile lealtà e sottomissione all’Ordine, nelle persone dei miei Superiori, e mi impegno ad abbandonare fedelmente ed integralmente il mio giudizio privato, la mia volontà, ed ogni gretto impiego del mio potere e della mia influenza.” I membri erano incoraggiati alla delazione ed a presentare relazioni e autobiografie su se stessi, in cui fossero indicate notizie compromettenti che l’Ordine stesso avrebbe usato contro di loro in caso di tradimento o abbandono.

L’Ordine contemplava una serie di gradi minori: Neonato, Apprendista, Novizio, Minervale, Illuminato Minore, ed una serie di gradi maggiori; Prete, Reggente, Mago, Re. I gradi inferiori erano sistematicamente tenuti all’oscuro delle nozioni e ‘misteri’ noti ai gradi superiori, nonché delle reali finalità dell’Ordine. Ed ogni passo di questo ‘cammino’ fu pensato e pianificato molto attentamente da Weishaupt ed i suoi colleghi, in modo tale che mistici, idealisti e creduloni fossero perennemente relegati nei gradi inferiori, mentre gli individui più cinici e spietati, coloro che si dimostrassero pronti a rinunciare alla religione, al patriottismo ed a qualsiasi altro vincolo di ordine morale, fossero proiettati verso i gradi più elevati.

Fu proprio attraverso questo oculato processo di selezione che in meno di dieci anni Weishaupt riuscì a riunire negli alti gradi del proprio Ordine le menti più intelligenti e al tempo stesso diaboliche di tutta Europa. Il vero obiettivo dell’Ordine era il dominio assoluto. Secondo la ideologia dell’Ordine, per raggiungere tale obiettivo era necessario distruggere tutte le religioni, rovesciare tutti i governi, e abolire la proprietà privata. Quindi era imprescindibile convincere un numero adeguato di persone che la religione, i governi e la proprietà privata fossero gli unici veri ostacoli alla felicità umana. E questi principi corrispondono esattamente alle idee che i comunisti stanno diffondendo dal 1848!

Si prega di notare che nella sua opera Robison afferma che l’Ordine degli Illuminati fosse qualcosa di distinto e separato dalla Massoneria. La Massoneria esisteva da molto prima che Weishaupt giungesse sulla scena. Sui motivi per cui gli Illuminati sfruttarono la Massoneria come copertura per i loro piani, Robison si sofferma a parlare nella prima parte del libro, in cui esamina il movimento massonico all’interno del contesto storico-politico che diede alla luce la setta degli Illuminati e nella quale documenta l’evoluzione ideologica all’interno delle logge francesi, che sarebbero poi diventate i club rivoluzionari giacobini.

Robison poi esamina lo status della Massoneria tedesca sotto l’influenza di quella francese, dove ebbe origine l’aberrazione degli Illuminati. Descrive gli scismi che ebbero luogo all’interno della Massoneria tedesca, il grande fascino dei misteri, l’influenza diffusa dell’ateismo – la filosofia secondo cui l’universo avrebbe creato Dio, piuttosto che il contrario – e numerose idee utopistiche importate dalla filosofia politica francese, quali il cosmopolitismo, o cittadinanza del mondo. La prima parte del libro si conclude con la descrizione della potente influenza delle dottrine massoniche francesi esercitata attraverso la Loggia di Lione, cuore di un segmento della Massoneria noto come Grande Oriente di Francia.

Una delle affiliate tedesche alla Loggia di Lione era la Loggia Theodore di Monaco di Baviera. Fu proprio all’interno di questa loggia che Weishaupt organizzò l’Ordine degli Illuminati, sotto forma di società segreta nascosta all’interno di un’altra società segreta.
Furono necessari diversi anni di indagini prima che fosse portata alla luce l’esistenza di questa sorta di sub-società segreta. Le sue dottrine rivoluzionarie furono propagandate con tanto zelo da non passare inosservate. Nel 1783 una corte di inchiesta bavarese intraprese un’indagine al riguardo, e molto di ciò che oggi sappiamo circa la cospirazione di Weishaupt è emerso proprio attraverso quella indagine.

Il secondo capitolo del libro è senza dubbio il più affascinante, in quanto dedicato all’analisi ed elaborazione delle prove rinvenute durante l’indagine. E’ in questa sezione che emerge chiaramente come il programma ed il metodo studiati da Weishaupt fossero praticamente identici a quelli che successivamente avrebbero contraddistinto l’ideologia nota come Comunismo.

Nel terzo capitolo del libro, intitolato L’Unione Tedesca, Robison rivela come dopo che la corte d’inchiesta bavarese ebbe portato alla luce il complotto e sciolto ufficialmente l’Ordine, gli Illuminati riemersero in clandestinità sotto forma di una rete di club letterari in tutta la Germania. L’obiettivo di questo network era monopolizzare i concetti, l’editoria e la distribuzione di tutta la letteratura, in modo tale da sfruttarla come sistema di indottrinamento dei lettori. Questo capitolo descrive chiaramente le ragioni per cui la parola scritta fu adoperata come arma definitiva nell’opera di sovvertimento mentale delle persone.

Il quarto capitolo dimostra come tutto quanto appena detto culminò con gli orrori della Rivoluzione Francese, in cui le dottrine e metodologie degli Illuminati fornirono il necessario carburante ideologico per l’opera di distruzione che si consumò in Francia ed Europa. Il ruolo patetico svolto dal duca d’Orléans, Gran Maestro del Grande Oriente di Francia, descrive la furbizia diabolica con cui i cospiratori riuscirono a manovrare un monarchico e la sua fortuna per infliggere un colpo mortale alla stessa monarchia.

La parte finale del libro contiene le riflessioni personali del professor Robison. In essa sono discusse la morale e la religione, la politica e la natura della società civile, la struttura del governo britannico, il ruolo da fare ricoprire dalle donne secondo i piani dell’Ordine, i pericoli insiti nelle società segrete, la natura umana, l’educazione, per finire con i motivi che lo costrinsero a scrivere il libro. Si tratta di una sezione che vi invito a leggere e rileggere con molta attenzione, perché è ricca di sapienza e saggezza, ed è attuale come se fosse stata scritta ieri.

Dunque qual’è il valore del lavoro di Robison, oggi? In primo luogo, porta alla luce un periodo storico importante, il quale viene narrato in maniera sempre molto distorta nei resoconti degli storiografi e dei romanzieri. Ci rivela molto sulle origini di una cospirazione che – a questo punto della storia – sembra ad un passo dal coronamento dei propri obiettivi. Ci mostra quanto poco le ideologie e metodologie della cospirazione siano cambiate da allora, e quanto a fondo questo piano sia riuscito ad ipnotizzare le masse, persuadendole allo stesso tempo della sua inesistenza. Ma la rivelazione più importante riguarda l’identità dei cospiratori; il libro di Robison dimostra che si trattava di un complotto ideato, organizzato e messo in pratica da professionisti ed intellettuali, molti dei quali estremamente brillanti ma allo stesso tempo furbi ed immorali, i quali scelsero deliberatamente di dedicare i loro talenti al servizio del male assoluto; una cospirazione non concepita da massoni in quanto massoni, ma da uomini malvagi che sfruttarono la Massoneria come veicolo per perseguire i loro scopi. E’ inoltre molto significativo che l’opera sia stata scritta anch’essa da un noto intellettuale: il professor Robison, che ebbe il coraggio e l’integrità di esporre la cospirazione.

Per come fu concepita, fu naturale l’attrazione che questa cospirazione – facendo leva sul narcisismo degli intellettuali – riuscì ad esercitare su educatori, scrittori, filosofi, editori e sacerdoti. Le loro controparti al comando dell’America odierna denotano la stessa presunzione, la stessa arroganza che sembra caratterizzare il sadismo commisto ad intelligenza, in qualsiasi età e civiltà. Oltre alle motivazioni appena citate, gli Illuminati fornirono a questi individui un incentivo ancora più attraente: garantirono loro un successo immediato e sicuro. Attraverso entrature ed intrighi la cospirazione fu (e tuttora è) in grado di collocare i propri selezionati membri in posizioni di influenza e potere in cui godere delle glorie del successo mondano, a patto che tale potere sia costantemente indirizzato al perseguimento degli obiettivi dell’Ordine. Come spiegò Weishaupt, una volta che il candidato avesse raggiunto il grado di Illuminato Minore, i suoi superiori lo avrebbero “supportato nel portare i suoi talenti in azione, collocandolo nelle situazioni più favorevoli per il loro esercizio, così da fargli ottenere il meritato successo in società.”

Di solito si tende a pensare a professori, filosofi e scrittori come ad individui rinchiusi nelle loro distanti torri d’avorio, insensibili al fascino della mondanità e perfettamente innocui per il mondo. Ebbene, Robison e la sua opera dimostrarono l’opposto. Studiosi e professori attivisti come Karl Marx e Adam Weishaupt ebbero una spaventosa influenza nel plasmare il mondo illogico in cui oggi ci troviamo a vivere. Da Woodrow Wilson – egli stesso professore – a Lyndon Johnson, tutti i presidenti che hanno occupato la massima carica del nostro Stato sono stati circondati da intellettuali che professavano fedeltà per una sola ed unica causa: quella del governo mondiale. Tutto ciò riporta alla mente che nel piano di Weishaupt fosse di imprescindibile importanza riuscire a circondare le autorità di governo con membri dell’Ordine. Scrive: “Dobbiamo fare del nostro meglio per ottenere l’avanzamento degli Illuminati in tutte le più importanti cariche civili.”

E’ possibile che la cospirazione degli Illuminati sia sopravvissuta allo scioglimento coatto dell’Ordine da parte delle autorità bavaresi nel 1783? Robison era convinto di si, e che quando il suo libro vide le stampe nel 1798 l’Ordine fosse più vivo e potente che mai. Tra gli scopi dell’Ordine degli Illuminati e quelli del movimento comunista nel 1848 vi sono notevoli punti di contatto che – per quanto ne sappiamo – nessuno storiografo si è mai preso la briga di evidenziare.

Da un punto di vista ideologico la linea che collega la rivoluzione clandestina degli Illuminati al Manifesto del Partito Comunista è dritta ed ininterrotta, per quanto aggiornata in funzione delle nuove condizioni sociali indotte dalla Rivoluzione Industriale. Weishaupt visse fino al 1822; secondo l’Enciclopedia Cattolica, prima di morire rinnegò la sua rivoluzione per ritornare alla Chiesa. Se sia vero, e se fosse sincero, non lo sapremo mai.

Al momento della loro pubblicazione, le opere di Robison e Barruel fecero grande scalpore ed ebbero una forte influenza sull’opinione pubblica per i pochi anni che rimasero in circolazione. La prima edizione di Le Prove di una Cospirazione andò esaurita nel giro di pochi giorni, e fu seguita da diverse edizioni successive. Entrambe le opere furono pubblicate negli Stati Uniti, ed anche qui ebbero un forte impatto. L’ideologia giacobina era già stata rilevata con allarme nel Nuovo Mondo, e la gente era a conoscenza che gli Illuminati avessero fondato alcune logge anche negli Stati Uniti. Che poi gli Illuminati riuscirono ad impossessarsi dell’editoria anche in questo paese, è una cosa che va da se. Questo è – dopo tutto – il primo segno distintivo del loro metodo.

Lasciatemi sottolineare che questa presentazione dell’opera di Robison non intende aprire vecchie ferite o creare nuova animosità o diffidenza verso la Massoneria, all’interno della quale vi sono molti dei nostri più grandi e convinti patrioti anti-comunisti. L’intenzione, al contrario, è quella di illustrare come una cospirazione di intellettuali – sfruttando la Massoneria – sia nata e cresciuta fino alle incredibili proporzioni riscontrabili nell’attualità. Da tempo i cospiratori hanno smesso di usare la Massoneria come veicolo primario. Se costoro sono così intelligenti e scaltri da riuscire ad infiltrarsi in un gruppo come la Massoneria, allora è il caso che apriamo le nostre menti e prendiamo atto di quante possibilità di infiltrazione e sfruttamento siano a loro disposizione nell’epoca attuale. Il loro habitat principale in questi giorni sembrano essere le grandi università, le fondazioni esentasse, i sistemi di comunicazione multimediali massivi, alcuni uffici governativi come il Dipartimento di Stato, ed una miriade di organizzazioni private, ad esempio il Council on Foreign Relations.

Se la pubblicazione di questo libro è riuscita a convincere abbastanza persone che simili gigantesche cospirazioni esisterono in passato, esistono nel presente, e dovrebbero essere spazzate via, allora lo scopo è stato raggiunto. Tutti gli uomini di buona volontà, speriamo, ansiosi di mantenere viva la libertà, riconosceranno il valore di uno dei libri più interessanti della storia.

LE PROVE DI UNA COSPIRAZIONE – J. Robison (Inglese, online)

Brani tratti da Le Prove di una Cospirazione – di John Robison

“E’ stato poi scoperto che questa e numerose altre logge erano usate come scuola preparatoria per un altro ordine di massoni, che si definivano gli Illuminati, ed il cui obiettivo esplicito era abolire il Cristianesimo e ribaltare tutti i governi civili.”

“Il loro obiettivo era quello di abolire le leggi a protezione delle proprietà accumulate attraverso attività di successo, e fare in modo che simili accumulazioni non si ripetessero in futuro. Dichiaravano di voler instaurare la libertà e l’uguaglianza universale e difendere i diritti imprescrittibili dell’uomo (almeno fingevano tutto ciò ad uso di coloro che non erano né Maghi, né Reggenti). E – a titolo di necessaria preparazione a tale rivoluzione – intendevano distruggere ogni religione, ogni ideale morale ordinario; distruggere i legami della vita domestica, il senso di dedizione all’interno del matrimonio, e sottrarre l’educazione dei bambini ai legittimi genitori. Questo è ciò che gli Illuminati avrebbero insegnato, e questo è proprio ciò che la Francia avrebbe appreso.”

John Robison – 1739 – 1805

Articolo in lingua inglese, pubblicato sul sito The Forbidden Knowledge
Link diretto:
http://www.theforbiddenknowledge.com/hardtruth/proof_of_conspiracy.htm

Traduzione di Anticorpi.info

Altre fonti:
http://tomatobubble.com/robison.html
http://sacred-texts.com/sro/pc/index.htm

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